Un grande sogno o un grande progetto?
Difficile dirlo. La realtà è che sempre più soggetti stanno fuggendo da quel
grande ambizioso ”manifesto” rappresentato da Inforiv.
Nessuna paura inforiv c’è e, se il distributore vuole, funziona. Garantisce lo scambio dei dati e con l’attivazione
dei vari blocchi applicativi l’efficienza del programma è reale, sempre che le esigenze del rivenditore siano in linea con quelle del distributore locale, di quello nazionale e dell' Editore...
Inutile
negare che quello che si sta vivendo è il fallimento di un processo che avrebbe
dovuto uniformare e semplificare la maggior parte dei processi legati alla
distribuzione. Ognuno dei soggetti attivi della filiera ha necessità e finalità inspiegabilmente differenti e l'edicolante, per assurdo e sui grandi numeri , non ha mai avuto questo grande desiderio e voglia di informatizzarsi o di ottenere la famosa" trasparenza".
La diffusione sul territorio di
inforiv in 12 anni è molto bassa. Colpa mia, colpa sua, colpa nostra, il
fatto è che l’obbiettivo non è stato raggiunto e F.I.E.G., promotrice e
titolare del programma è ….scomparsa. Forse sedotta dal fatto che sul piatto è
stato posto un ben più ampio progetto, ha pensato bene di dedicarsi ad altro
ma, io temo, sta producendo il medesimo risultato. L’affondamento, l’insabbiamento,
l’ingessamento di ogni progetto.Nulla si sa e si sente da più di un anno...
Nulla si sente più sugli obblighi
normativi da parte del rivenditore a dover certificare le vendite. Così nascono
i programmi “fai da te” dei vari distributori. Un tempo biasimati (giustamente) perché non avrebbero consentito
quello scambio di dati e quella trasparenza necessaria nel settore editoriale e
distributivo. Oggi visti per forza sotto altra prospettiva. Il "papà di inforiv" non si sa dove sia finito. Nascono nuovi progetti locali. Più veloci e più snelli, perché nati non sotto un cappello F.I.E.G. promettono di fare altro e
di farlo meglio, e forse sarà così.
Molti dubbi sui nuovi programmi
ma sono una necessità imposta dai tempi e su cui ci si deve per forza
confrontare, con un fondo di tristezza ma con la consapevolezza che si potranno
trovare nuovi stimoli, in attesa che cambino tempi e persone.
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