In
quell’ occasione le altre sigle sindacali hanno preferito non aderire o
ritirarsi all’ ultimo momento dalla protesta. Il fatto importante è comunque che
l’obbiettivo prefissato non è stato raggiunto e che oggi c’è una grande e pericolosa confusione in tema di autorizzazioni alla vendita di prodotti quotidiani e
periodici.
Ferma
è la nostra posizione sul tema, tanto più che siamo davanti ad una finta liberalizzazione
del settore che consentirebbe ad altri di accedere alla vendita di prodotto
editoriale, impedendo nel contempo all’ edicolante, attraverso le normative di
settore ancora operative, di offrire alla propria clientela diverse merceologie
e limitando la superficie di vendita al prodotto non editoriale al 30% dello spazio espositivo ( per la lombardia).
Il
motivo dello sciopero è stato proprio questo. L’incontro del 6 marzo con il
Sottosegretario di Stato con delega all’editoria dott. Paolo Peluffo (nato dopo
la proclamazione dello sciopero…), era andato nella direzione sperata, essendo emerso
da parte del Governo un sostanziale apprezzamento per le tesi delle OO.SS nei
vari ambiti.
Si
è così ipotizzata la necessità di un normativa ad hoc che potesse coniugare i
contrapposti interessi in tema di informazione assicurando la funzione di
interesse pubblico e di utilità sociale connessa alla diffusione della stampa
su tutto il territorio nazionale.
Come
è a tutti noto ci sono state poi difficoltà nella costituzione del nuovo
Governo e con il 2 maggio 2013 Il deputato abruzzese Giovanni Legnini è stato nominato dal Consiglio
dei Ministri sottosegretario con delega all'Editoria e all'Attuazione del Programma.
Tutto da rifare? Probabilmente no ma la cruda realtà è che il referente è cambiato e oggi sul territorio nazionale ci
sono diverse interpretazioni della legge che stanno mettendo a repentaglio
l’esistenza della rete di vendita.
E’ notizia di questi giorni che a Modena la Grande distribuzione, sfruttando l’incertezza della
legislazione in vigore (dove entrano in conflitto le leggi principali, quali la
legge 170/2001, la Direttiva Europea
Bolkestein e il decreto del Governo Monti sulle
liberalizzazioni convertito in legge nel marzo 2012), sta aprendo uno dopo l’altro nuovi punti vendita
all ’interno dei propri super e ipermercati.
Stessa difficoltà si sta riscontrando nel comune di La Spezia
dove sono state date nuove autorizzazioni alla vendita sempre a dei
supermercati. Attualmente i rivenditori liguri stanno organizzando un ricorso al
TAR per le nuove autorizzazioni ma…la strada è senza dubbio in salita.
Voci analoghe si sentono arrivare anche da Comuni della
Provincia di Milano, dove distributori "poco attenti" attivano nuovi punti
vendita a ridosso di edicole già esistenti.
Il problema maggiore di tutto ciò è che siamo davanti ad una
liberalizzazione fatta a metà su un prodotto che non può rientrare nei normali
canoni concorrenziali (distributore, prezzo e aggio imposti) e vincolando per
legge le edicole nel proporre nuovi prodotti.
La lunga pausa istituzionale dovuta alle elezioni del Governo
così come della Giunta della Regione Lombardia si è conclusa e già sono attivi
i contatti per chiarire e definire gli aspetti normativi in corso, ma la realtà è che tutto è cambiato.
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