Prendo spunto dall'ultima circolare dello SNAG Nazionale in merito all’incontro tenutosi in data 31 ottobre in FIEG. All' ordine del giorno la discussione in merito al rinnovo dell’Accordo Nazionale.
Oltre alla lettura del testo vi invitiamo a considerazioni in merito alle attività svolte da questa “Nuova FIEG” negli ultimi mesi e gli scenari che ci si stanno ponendo di fronte.
Non bisogna poi dimenticare che il nuovo presidente FIEG e con lui il suo gruppo editoriale, sono dei liberalizzatori totali del mercato editoriale.
Nessun paletto nessuna regola si venda ovunque e in qualsiasi maniera.
Abbiamo così una FIEG che accelera e lavora per costruirsi un' identità. Questo non vuol dire che lavori con la rete commerciale e che noi si possa diventare parte di questa identità.
Abbiamo un protocollo ANCI, visto in maniera negativa un po' da tutti più perchè un' Associazione che non si è dimostrata attenta per anni, ora si arroga il diritto a rappresentare una rete- Il contenuto del protocollo quindi passa in secondo piano ma biosgna anche farsi delle domande sulla mancata condivisione con tutte le sigle sindacali di un testo che tuttosommato serve.
Un protocollo FIEG-ABI, piuttosto fumoso negli obbiettivi ma comunque d’ effetto e da guardare con attenzione visto che…non siamo coinvolti. D’altra parte basta leggere la dichiarazione del Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli per storcere il naso; “Libera stampa e sua più ampia diffusione rappresentano un esercizio di libertà e di democrazia che va costantemente alimentato e salvaguardato”.
Gli addetti del settore,NOI edicolanti, in questa dichiarazione vedono solo giornali regalati per aumentare le diffusioni
Di questi giorni sono poi dichiarazioni che dovrebbero essere spiegate meglio vista la loro complessità, dove viene offerta la possibilità ai disoccupati d’Italia di distribuire il prodotto editoriale e gli abbonamenti, a costo zero.
Senza dimenticare poi che un cavallo di battaglia del Presidente FIEG e la cosiddetta “edicola madre-edicola figlia”.
Diverse sono le attività di questa nuova FIEG e sono portate avanti con la "logica del fare" indipendentemente dalla condivisione o meno, d’altra parte avere un’identità vuol dire proprio questo.
Qual è la nostra identità? Cosa ci aspettiamo da questa editoria per il futuro? Quale paletto alla nostra imprenditoria siamo disposti ad inventarci in questo mercato liberalizzato?
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