Giovanni
Legnini disegna il futuro dell’editoria Italiana. Oggi 23 luglio, ha presentato alla Commissione affari costituzionali del Senato
le linee programmatiche come sottosegretario alla presidenza del consiglio con
delega all’editoria.
Emergono diversi interventi e approcci di grande rilevanza. Il primo fra
tutti è l’aver riconosciuto la necessità di intervenire nel settore non a
comparti stagni ma con una riforma strutturale dell’intero sistema.
Il tutto parte non, come in passato dal pianto di una fazione
o dallo strapotere del comparto editoriale nel chiedere crediti infiniti e a fondo
perduto, ma dall’ oggettiva constatazione che l’editoria sta precipitando con
tutto il suo vecchio mondo di carta.
Il documento è da leggere con interesse e attenzione sebbene, per ovvi motivi, sia stata data solo una “spolverata” dei problemi che attanagliano il settore e la nostra categoria.I passaggi di rilievo sono diversi, e avrei voluto anche leggere rassicurazioni in merito alla natura della nostra
“autorizzazione alla vendita” e alla portata della d.lgs 170/2001 nell’ attuale
quadro normativo.
Passaggio di spicco è il seguente: “In
proposito, devo osservare che è veramente singolare che gli editori non possano
disporre, oggi, di uno strumento essenziale di gestione e di programmazione che
dia loro informazioni affidabili, in tempo reale, sulla vendita dei giornali
sul territorio, e tutto questo a causa dell’assenza di una rete informatica che
colleghi editori, distributori ed edicolanti.”
Ha
ragione è singolare, paradossale, assurdo, illogico, primitivo, insensato e
sicuramente ben altro a meno che non sia incredibilmente voluto e cercato il
caos che domina il settore distributivo italiano.
Il
documento si conclude con l’annuncio di un nuovo incontro con le parti
coinvolte il 25 luglio.
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