10 luglio 2014

Chi decide la vita o la morte di un' edicola in Italia?

60 anni di cultura dell’informazione in Italia vengono interrotti in maniera prepotente e levantina da pochi soggetti destinati alla distribuzione dei prodotti quotidiani e periodici sul territorio nazionale.
Ecco cosa sta  accadendo in Toscana ma che avviene anche in diverse aree di 'Italia. 

L’ incontestabile e oramai acclamato collo di bottiglia creato da questi “baroni” della distribuzione esplode in tutta la sua virulenza e all’ oscuro dell’opinione pubblica.

Immagino che mai il consumatore potrebbe supporre che un commerciante possa essere costretto a  pagare per porre in vendita prodotti fuori mercato e  che mai potrebbero generare anche il minimo  interesse nell’utente. Cose che si sentono solo al telegiornale ed in specifici ambiti di cronaca.

Troppo potere è stato dato negli anni alla distribuzione locale. Strategia di commercializzazione e di posizionamento del prodotto in mano a poche teste e con le idee…non proprio chiare.

Gli edicolanti sempre hanno dovuto sostenere il diritto all’informazione, attraverso leggi ad hoc, sulla propria schiena dove, in cambio di una appena sfumata protezione istituzionale, hanno dovuto mettere sul piatto della bilancia la propria vocazione imprenditoriale.

Oggi addirittura con un approccio tipico di un determinato profilo e non proprio dei più legali ( se paghi stai aperto se no chiudi….) diversi distributori che mai hanno capito cosa voglia dire essere imprenditori perché troppo abituati ad usare la rete commerciale come bancomat “spengono” attività commerciali sul territorio nazionale.


Antitrust e istituzioni con le mani legate o con gli occhi bendati accelerano un processo di disfacimento di una rete commerciale tra le più produttive ed efficienti sul territorio nazionale.

 Chi perderà sul lungo periodo? Il cittadino, ma ancora non se ne sta accorgendo

A.R.

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