Le “edicole” rappresentano una realtà importante quanto sconosciuta nel mondo commerciale. Oggi magari il loro ruolo informativo potrebbe sembrare a molti di secondo piano, visto i passi tecnologici degli ultimi anni, ma non si può non tenere conto del grande, quanto incompreso ruolo istituzionale e sociale che hanno avuto per più di un cinquantennio.
Un paese incomincia a definirsi tale quando c’è una chiesa, una farmacia, un’ edicola ed un bar. Intorno a queste semplici, solo in apparenza, strutture si formano le comunità, i rapporti sociali…le città. Il ruolo informativo è inutile spiegare quanto sia importante ma solo gli addetti al settore, non dell’editoria in generale, ma proprio dell’ attività di vendita del prodotto editoriale, conoscono cosa è in realtà il lavoro dell’edicolante.
Normalmente quando tentiamo di spiegare la vita di un prodotto editoriale dalla sua ideazione a quando viene venduto, ad un imprenditore, un politico o anche al cliente rimangono spiazzati. Risultano quasi incomprensibili le logiche che governano il nostro settore, perché sono assolutamente atipiche.
Sotto un certo profilo siamo imprenditori, nel senso che investiamo nella nostra attività ma non viviamo in un mondo imprenditoriale. Entriamo in un mondo già confezionato con regole, per mille motivi, inattaccabili da sempre. Sotto molti aspetti siamo più un enorme catena di Franchising. La più grande d’Europa.
Meno di un pugno di distributori nazionali sono una diretta emanazione di grandi gruppi editoriali, tranne SODIP, ed hanno in portafoglio tutto il mercato editoriale e ne determinano le strategie. Circa un centinaio di distributori, ma ne chiuderanno diverse decine, hanno un mandato blindato su zone sempre più ampie per la distribuzione del prodotto, in regime di assoluto monopolio.
Assolutamente incontrollabili decidono i quantitativi da mandare in rete, i titoli, i sistemi di pagamento della rete di vendita e ogni tipo di gestione, riuscendo a far credere anche agli editori, che non sono loro a comandare.
Gli edicolanti esclusivi, circa 30.000 ed in caduta vorticosa, assorbono tutte le distorsioni del sistema.
Non decidono ovviamente il prezzo del prodotto, il prezzo di cessione deve essere uniforme su tutto il territorio, non possono gestire gli ordini, i quantitativi, i titoli, quando pagare come pagare cosa pagare, orari di apertura chiusura ecc…
Non so se è un mondo brutto o meno è sicuramente un luogo dove la libera imprenditoria non esiste ed il monopolio distributivo ha ingessato il settore privandolo di ogni essenza imprenditoriale.
I pilastri che hanno determinato le modalità di vendita del prodotto editoriale sono uguali da diversi decenni e sembra che nulla stia cambiando in quanto anche l’unico soggetto riconosciuto per trattare le nostre attività, F.I.E.G., è oramai latitante da diversi anni.
I migliori contributi li sta dando oggi la crisi anche se a discapito del prodotto editoriale e di una professionalità che è sempre più difficile riscontrare.
Volete sentir parlare di editoria, quella vera? Chiedete al vostro edicolante ne sa più di un manager R.C.S.
A.R.
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