Era da diverso tempo che SNAG
Milano non partecipava più alle cosiddette “commissioni ferie”. Dobbiamo
confessare, anche con un certo stupore che, nonostante la rigida posizione
presa contro FIEG non è mai emerso alcun problema.
Gli edicolanti hanno fatto le loro ferie o
chiusure durante l’anno, tranquillamente. Le agenzie non hanno avuto problemi
diversi da quelli usuali e gli edicolanti sono stati felici di non dover
sottostare ad imposizioni e logiche oramai sorpassate o produrre scuse non
sostenibili.
La nostra partecipazione
alla commissione è nata dal fatto che un’area distributiva non ancora coinvolta
dalla protesta, con il 2014 è stata ufficialmente cooptata ( Agenzie Riunite –
area della Provincia di Milano), pertanto si voleva dichiarare la nostra
posizione in commissione così come fatto in altre occasioni.
Sono piombato così in un
ambiente quasi surreale. Degli 8 distributori coinvolti hanno partecipato solo
tre e non erano gli Amministratori, come una volta, ma i “diffusori”. Un tempo
era anche il momento in cui scambiare opinioni, idee, proposte. Delle sigle
sindacali chiamate hanno partecipate solo due. Una delle quali ha già disdetto
da lungo tempo l’accordo, pertanto non aveva alcun motivo di partecipare, e noi
che eravamo in veste chiaramente critica.
Ambiente surreale perché è
emersa la pochezza di una commissione una volta importante e non più motivata
da alcuna necessità di carattere operativo e professionale ma solo perché deve
tentare di aiutare, almeno un pò i distributori locali.
Esilarante è stato assistere
alla richiesta del coordinatore rivolta al responsabile CISl di Milano di raccomandare un allineamento
ai turni dei ferie dei propri associati, ma più di tutto è stato sconcertante
notare un sostanziale menefreghismo verso il nostro settore.
Preoccupante notare che in
sede F.I.E.G. Milano non si parla più di rete di vendita, di pianificazione di…problemi.
Ognuno fa il suo senza guardare le prospettive di un' attività ancora forte,
presente e laboriosa nonostante un momento storico per l’editoria.
Direi che sotto l’aspetto
professionale si tratta di un “non luogo” di lavoro , è pur
sempre piacevole assistere ad un piccolo momento di esilaranti scenette nel
quotidiano grigiore che accompagna la realtà della nostra attività.
A.R.
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