Abbonamenti in edicola! Argomento difficile e non da prendere alla leggera come sembra alcune sigle sindacali abbiano fatto. Parlarne non fa male tanto più che certe logiche potrebbero rivilitazzare il sisitema se...si lavora e si guadagna assieme. Ecco alcuni spunti di riflessione:
- Panorama locale abbonamenti – attualmente, quali forme di abbonamento in edicola su Milano vengono vendute circa xxxx cp de “Il sole 24 ore” e circa xxxx copie di “il Corriere della Sera”. Da questo ne scaturiscono due considerazioni: la prima è che questo tipo di abbonamento è stato relativamente spinto da parte del “sole 24 ore “ e non lo è stato affatto nel caso del “Corriere della Sera”. La seconda è che, considerando tali numeri, i due quotidiani generano quotidianamente un utile alle rivendite di Milano di circa €xxxx,xx al giorno, per questo motivo è impossibile proporre alla rete di vendita un abbassamento dell’aggio qualora venissero concordati altri sconti e in ogni caso tesi per sostenere la congruità di un abbassamento dell’aggio sarebbero insostenibili. Oggi viene dato 19%sul prezzo di copertina...alternative al ribasso non sono possibili.
- Panorama attuale abbonamenti/abbonamenti passivi – l’operazione ha il suo interesse in quanto si presuppone che vengano rivolte alla rete nuove ipotesi di guadagno e un rinnovo dei contatti. Nascono però dubbi dal constatare che le pubblicazioni e gli editori che avrebbero effettivamente qualcosa da offrire alla rete di vendita sono veramente pochi. Trattandosi di abbonamento passivo si desume la necessità da parte dell’editore di potersi rivolgere ad un gran numero di rivendite in modo che il servizio sia il più diffuso possibile. Considerando però un numero corposo di rivendite ed il numero di abbonamenti in essere, risulterebbe una polverizzazione tale degli aggi da essere poco influente per la rete di vendita. Sempre se si considerasse un aggio nel range prospettato dalla compagine editoriale. Risultano poi ininfluenti le attività della maggior parte degli editori in quanto, anche ipotizzando un totale riversamento delle copie in essere come abbonati, il numero di editori effettivamente interessanti commercialmente risulterebbe limitato.
- Panorama sviluppo abbonamenti – L’interesse da parte del mondo editoriale ad un nuovo canale per promuovere l’abbonamento è legato a molti fattori. Sempre tenendo presente che si sta parlando di abbonamento passivo bisogna chiedersi se esistono i presupposti per cui l’editore possa sostenere campagne abbonamenti tale da aumentare il parco abbonati (ricordiamoci che il sostegno sulle tariffe postali ha rappresentato uno dei più grandi contributi indiretti del panorama politico). Qualora ci fosse una visione ottimistica dell’ipotesi avrebbe un senso partecipare all’operazione. L’abbonamento passivo è comunque un’attività che necessità un adeguato riconoscimento del servizio in quanto gestione, stoccaggio e amministrazione dei vari aspetti necessitano impegno e approfondimenti ed un ovvio aggio maggiorato. A livello provinciale possiamo assicurare che la sola gestione di pochi quotidiani è costantemente monitorata per i continui errori amministrativi da parte dell’agenzia. Possiamo presupporre comunque, con coscienza, che simili errori siano comuni in tutta Italia. L’approssimazione amministrativa tipica del comparto editoriale e distributivo accompagnato dall’assenza di processi informatici trasparenti non sosterrebbero una gestione più intensa dell’abbonamento passivo ma la complicherebbero.
- Esperienze abbonamenti in edicola – Nell’area della Parravicini di Monza e Brianza è stato sperimentato un nuovo sistema per gli abbonamenti in edicola, la cosiddetta ”1°card” . Il progetto prevedeva il solo abbonamento attivo, con il riconoscimento dell’aggio sul prezzo di vendita al pubblico come da A.N. Ci risulta che da Giugno 2012 l’operazione, pur non essendo stata soppressa, è assolutamente ferma. I rivenditori quindi non hanno avuto più alcuna comunicazione in merito ne ci è noto il risultato del test. Il rivenditore non è stato comunque soddisfatto, in quanto si è solo trattato di offrire un nuovo modo di pagamento al cliente senza alcun ritorno per l’edicolante, in quanto è rivolto al cliente abituale. Non è noto l’utilizzo del dato acquisito sul cliente da parte delle sovrastrutture editoriali…
- Abbonamento attivo – L’abbonamento attivo prevede il coinvolgimento nell’acquisizione di un nuovo cliente o lo spostamento di uno già in essere verso altra forma di pagamento del prodotto. Sostanzialmente si chiede la partecipazione ad un “servizio” di procacciamento dall’altissimo valore, tanto più che i contatti gli edicolanti li hanno e rappresenteremmo l’ultimo canale disponibile ancora non utilizzato per ottenere nuovi clienti. Un simile sistema di commercializzazione rappresenterebbe una grande rivoluzione del sistema se si creasse un sistema virtuoso “win – win” e non solo quindi una nuova possibile opportunità dove il rivenditore non viene coinvolto come un player fondamentale del processo. Consolidamento della clientela, esplosione di abbonamenti per gli editori, abbattimento più che significativo dei costi di reso per tutta la filiera, innovazione del punto vendita e finalmente, possibilità reale di guadagno per l’edicolante. Una simile ipotesi rappresenterebbe un enorme sostegno a tutto il comparto e può essere solo gestita con aggi nettamente superiori a quelli canonici ma rappresenterebbe una vera evoluzione del sistema. Diversamente non verrebbe praticata dal rivenditore quindi sarebbe l’ennesimo fallimento. Per questo motivo ritengo che l’abbonamento attivo sia al momento da congelare e da non offrire, a F.I.E.G., come un‘ipotesi perseguibile, visto i presupposti fino ad ora in essere.
- Identità S.N.A.G Confcommercio. – Ovunque e da sempre ci si sente dire: "…gli altri firmano”! Noi siamo S.N.A.G. Confcommercio. Crediamo all’istituzione in cui operiamo e in cui viviamo. Al suo spirito alle sue proiezioni politiche e di visione del commercio e del lavoro. Ciò che fanno gli altri a noi non deve interessare. Noi dobbiamo mantenere la nostra identità. E’ l’unica possibilità per non fare la scelta sbagliata. S.N.A.G Confcommercio si deve distinguere.
- Rappresentatività F.I.E.G. _ la federazione Italiana Editori rappresenta la filiera editoriale? E’ garante del nuovo sistema o lo è stato di quelli passati? La risposta è ovviamente negativa e difficilmente contestabile. Quali garanzie potrebbe dare F.I.E.G. sul rispetto di un accordo nazionale su tale tema? Considerato che non tutti gli editori hanno numeri di abbonamenti interessanti e ancora meno hanno prospettive di crescita sarebbe più opportuno contrattualizzarsi con i singoli gruppi editoriali, con modalità variabili a seconda del business sviluppabile e anche delle necessità e degli investimenti del singolo editore. F.I.E.G,. non è in grado di proporre imporre o sostenere null’altro che le tesi dei propri associati e, come è noto e ovvio, la nostra categoria non è tra questi. Dividiamo il fronte degli editori muovendoci direttamente sui gruppi interessati ad evolvere ad essere imprenditori, non ai politici o burocrati.
- Nessun Accordo ma un “Contratto commerciale” – L’accordo di categoria ha validità relativa di fronte alla Legge. Il rapporto deve essere rappresentato da un Contratto commerciale, articolato e vincolante delle parti senza eludere le solite norme e senza dare adito ad ogni interpretazione come accade nei nostri accordi di categoria. Un accordo commerciale, anche direttamente con il singolo edicolante, dove l’unico giudice è il Codice Civile e la Magistratura ordinaria. Non più authority e accordi privatistici dalla dubbia incisività, valore ed efficacia.
- Art. 39 - la legge in questo caso è stata di sostegno al rivenditore con delle direttive importanti. Rende il sistema meno pressante e vessatorio aprendoci al commercio. Tutto ciò che è chiusura e regole, in un sistema oramai incancrenito, va solo a rallentare ed appesantire un mercato al collasso. Aspetti etici sull’interpretazione di una legge sono un conto, regolare ciò che prescrive la legge è invece impraticabile.
6 commenti:
Punto di vista interessante, al termine della lettura mi sono posto una domanda, "quanto di nazionale c'è in questo post?". Ossia la linea di condotta esposta è un'anticipazione di quanto sarà avviato a livello nazionale o una delle ipotesi da valutare. La risposta spero di conoscerla prima dell'uscita del prossimo numero di AE, cioè forse a babbo morto. Forse esiste un problema di informazione, leggendo l'articolo su Italia Oggi del 27/10, si possono già avere i primi esempi di quelle che possono essere le argomentazione che editori o altri possono proporre a colleghi disinformati e portarli a aderire a proposte indecenti. Come spesso avviene, chi prima arriva ha maggiori possibilità di avere seguito.
"quanto di nazionale c'è in questo post?" Appunto il Nazionale! non ha ancora espresso alla rete e mas midia
La sua posizione, il ruolo che il Presidente ha nel sistema editoriale fa pensare che più di tanto non vuole fare. La mia idea (mia) forse sarebbe opportuno che avvenga la LIBERALIZZAZIONE delle LICENZE da li. Nei nostri chioschi essere liberi a discrezione di ogni addetto di vendere altri prodotti.
Salve Remo, come è riportato nel post si tratta di "spunti per una riflessione" e sono nati comunque dalla discussione di rappresentanti nazionali e provinciali, non è un "manifesto", permettimi il termine. Direi che in buona parte potrebbero essere condivisi dai più, ma da quanto sembra alcune sigle, hanno preferito aderire al "nulla". In ogni caso non temo più di tanto il fatto che FIEG proponga in categoria questo sistema di abbonamento. Loro hanno proprio bisogno delle OO.SS per dargli non solo un valore istituzionale ma per promuoverlo, spiegarlo e diffonderlo. Con noi in pochi mesi avrebbero portato dei numeri, invece ora in alcuni anni otterranno il fallimento. Sinceramente penso che siano proprio degli stupidi perchè avevano la possibilità di ottenere risultati e di dare una piccola svolta o una grande sterzata invece...l'ennesima perdita di tempo. Per quanto riguarda Azienda Edicola è purtroppo un Bimestarle e ha la sua cadenza ma mi risulta che si promuoveranno assemblee e comunicati stampa comuni.Anzi la prima assemblea io la farei a Parma ;-)
Ciao Domenico parli di liberalizzazione? Più passa il tempo più mi rendo conto che sarebbe una paradossale soluzione. Ma cosa diventeremmo dopo? Ho paura che saremmo sempre più simili ai "non esclusivi" di oggi. E' questo il nostro futuro? Ciao
Mi hanno colpito in modo particolare i punti 7 e 8, il punto 7 perché mette in evidenza il fatto che all'interno di FIEG vi sono varie anime, editori di quotidiani ed editori di periodici, che spesso hanno esigenze divergenti. A mio avviso, gli abbonamenti ne sono un esempio, se non altro dal punto di vista organizzativo e di gestione, poi c'è anche l'USPI, i cui piccoli editori associati hanno bisogno di fidelizzazione più dei grandi gruppi. Un vero peccato veder sfumare così un'occasione.
Be se pensiamo quanto sia difficile traovare una strada comune tra sigle sindacali, non oso pensare quante anime ci possano essere nel mettere attorno ad un tavolo tutti gli editori associati FIEG. Diversamente penso che se le sigle più rappresentative e che stanno dimostrando carattere facessero un offerta "commerciale" ad alcuni dei più importanti gruppi editoriali....verrebbero fuori imprenditoria ed investimenti. Ora sarebbe proprio il momento adatto.
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