04 giugno 2011

A&G Marco cessa la distribuzione

Negli ultimi anni abbiamo visto il settore editoriale scosso da innumerevoli eventi che hanno influenzato il lavoro quotidiano in maniera drastica. Il pesante calo della vendita dei quotidiani accompagnato dalla constatazione che ciò che è sui nostri banchi di vendita non è il solo strumento per far informazione, la costante disaffezione dell’utenza alla lettura e le mille altre variabili che ci invadono e ci trasformano ogni giorno, hanno pesantemente stravolto, nel tempo, il nostro settore.
 Se oramai non fa notizia la chiusura di un distributore locale o di un edicola c’è da dire che mai si era verificato il crollo di un distributore nazionale, soprattutto di spicco come A&G Marco.

In autunno sembrava che si dovesse fondere con la Parrini e ch ela nuov astruttur acon il primo gennaio 2011 dovesse partire. Un nuovo polo distributivo più solido e pronto ad affrontare un mercato così mutevole ed incerto. Ma, dopo averne comunicata la costituzione, c’è stato un brusco dietro-front.  A distanza di mesi il perché può essere dedotto senza il rischio di correre in errore…
Tutto forse è nato quando la sempre più presente M-Dis ha incominciato a  togliere al D.N. A&G Marco i più importanti editori. Così gli spazi da dedicare ad editori del calibro della Walt Disney e della Bonelli, non hanno avuto alcun rimpiazzo; anche perchè non esiste un rimpiazzo. Oramai i più grandi Editori sono distribuiti in Italia da M-Dis, del Gruppo Rizzoli e da Press-Di del gruppo Mondadori. Tutto il resto è in mano a Messaggerie Periodiche, che dovrà fare delle scelte importanti nel prossimo futuro, e la Parrini che oramai è sempre più sola con pochi editori in carico.

Quindi le principessine della distribuzione, caratterizzate dalla sola crème dell’editoria, nei prossimi mesi si “sporcheranno” anche di editori di 2°-3°…piano. Da un lato si dovrà accettare il fatto che in Italia c’è un monopolio della distribuzione e della gestione del prodotto lungo tutto lo stivale, e dall’altra constatare che aumenteranno progressivamente i costi di gestione dei due colossi, avendo preso in carico editori dal venduto infinitamente più basso rispetto agli standard a cui si sono abituati in questi anni.

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