Più
volte abbiamo dichiarato che il nostro è un lavoro “vecchio con regole
vecchie”. Tutto vero, c’è però una motivazione di fondo. Forse alcuni di noi si
sono dimenticati delle origini delle nostre attività e del perché il nostro
impianto normativo si rifaccia ad una legge
del 1948, che tutt’ora viene richiamata dalla riforma all’ editoria al varo da
parte del Governo.
Non
dobbiamo dimenticarci che si stava vivendo un periodo storico dove tali
principi etici erano alla base di una ricostruzione e dove quella libertà di
espressione e di stampa per tanti anni repressa, poteva far rinascere principi
democratici alla base di una società moderna.
Nessuno deve avere il diritto di offuscare
e limitare l’accesso alla vendita di un prodotto editoriale. Ogni editore
deve avere il diritto di raggiungere il cittadino e il lettore. Il cittadino ha
il diritto di incontrare e condividere un’idea e una posizione politica.