11 febbraio 2013

Caro Cliente! Ti dobbiamo una spiegazione


EDICOLE IN SCIOPERO IL 24 – 25 e 26 febbraio 2013

Caro cliente,

la Costituzione ti riconosce il diritto all’ informazione.

Ed io, assieme a tutti gli edicolanti d’Italia faccio il possibile per garantire questo tuo diritto. Sette giorni alla settimana, dall’alba al tramonto, con pochissime feste e poche ferie. In tutta Europa l’orario dei lavoratori è di otto ore per cinque giorni alla settimana.
Il 24 – 25 e 26 febbraio saremo chiusi. Mercoledì 27 riprenderemo il nostro servizio, fino a quando sarà possibile.
Ti dobbiamo una spiegazione.

La forte crisi ha coinvolto anche l’editoria e sono crollate le vendite di quotidiani e periodici. Sono in difficoltà gli editori. Sono diminuiti i nostri fornitori (distributori locali). Ma noi giornalai, ultimo anello della catena, siamo più in sofferenza di tutti.
Se pensi che il nostro guadagno (aggio) sulla vendita di un quotidiano è di 18 centesimi lordi, capisci perché 10.000 edicole sono state chiuse negli ultimi anni (2000 solo nel 2012), bruciando ventimila posti di lavoro; ed è solo l’inizio.

L’edicolante non ha armi per difendersi dalla crisi del sistema. Non può scegliere quali pubblicazioni ricevere e porre in vendita, né la quantità. Deve pagare le pubblicazioni in anticipo e non può toccare i prezzi imposti dagli editori. Subisce le vessazioni e i ricatti del distributore.
Il giornalaio è un “imprenditore” incatenato che ha molti obblighi e nessun diritto.
Dobbiamo pensare quindi che le edicole e quindi il diritto all’informazione sia condannato all’estinzione?

Oppure si può fare qualcosa?

Volendo, qualcosa si può fare.

Gli editori dovrebbero tornare a creare prodotti nuovi per soddisfare i lettori, avendo a disposizione una rete di vendita esclusiva come le nostre edicole.
I distributori dovrebbero essere arginati nell’abuso quotidiano della loro posizione  monopolistica.
I giornalai dovrebbero continuare il loro servizio dall’alba al tramonto con aggi però che gli consentano di vivere dignitosamente.
Ma tutto questo richiede dei patti fra uguali, e che il Governo stabilisca nuove regole che assicurino il vostro diritto all’informazione e la nostra libertà di impresa.
Ventimila edicole, quarantamila addetti, sono un “mercato politico” poco interessante: nessuna alleanza ha mai preso sul serio questa componente vitale del diritto all’informazione.
Siamo costretti a fare sciopero perché l’opinione pubblica sia resa consapevole di quello che si rischia nel lasciare alla deriva i rivenditori di giornali.

I giornalai con questa iniziativa lottano per non dover, un domani, aggiungersi al numero già impressionante di edicole morte.





photo credit: pierofix via photopin cc

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