03 maggio 2013

Informatizzazione della rete di vendita


Un grande sogno o un grande progetto? Difficile dirlo. La realtà è che sempre più soggetti stanno fuggendo da quel grande ambizioso ”manifesto” rappresentato da Inforiv.

Nessuna paura inforiv c’è e, se il distributore vuole, funziona. Garantisce lo scambio dei dati e con l’attivazione dei vari blocchi applicativi l’efficienza del programma è reale, sempre che le esigenze del rivenditore siano in linea con quelle del distributore locale, di quello nazionale e dell' Editore...

Inutile negare che quello che si sta vivendo è il fallimento di un processo che avrebbe dovuto uniformare e semplificare la maggior parte dei processi legati alla distribuzione. Ognuno dei soggetti attivi della filiera ha necessità e finalità inspiegabilmente differenti e l'edicolante,  per assurdo e sui grandi numeri , non ha mai avuto questo grande desiderio e voglia di informatizzarsi o di ottenere la famosa" trasparenza".

La diffusione sul territorio di inforiv in 12 anni è molto bassa. Colpa mia, colpa sua, colpa nostra, il fatto è che l’obbiettivo non è stato raggiunto e F.I.E.G., promotrice e titolare del programma è ….scomparsa. Forse sedotta dal fatto che sul piatto è stato posto un ben più ampio progetto, ha pensato bene di dedicarsi ad altro ma, io temo, sta producendo il medesimo risultato. L’affondamento, l’insabbiamento, l’ingessamento di ogni progetto.Nulla si sa e si sente da più di un anno...

Nulla si sente più sugli obblighi normativi da parte del rivenditore a dover certificare le vendite. Così nascono i programmi “fai da te” dei vari distributori. Un tempo biasimati (giustamente) perché non avrebbero consentito quello scambio di dati e quella trasparenza necessaria nel settore editoriale e distributivo. Oggi visti per forza sotto altra prospettiva. Il "papà di inforiv" non si sa dove sia finito. Nascono nuovi progetti locali. Più veloci e più snelli, perché nati non sotto un cappello F.I.E.G. promettono di fare altro e di farlo meglio, e forse sarà così.

Molti dubbi sui nuovi programmi ma sono una necessità imposta dai tempi e su cui ci si deve per forza confrontare, con un fondo di tristezza ma con la consapevolezza che si potranno trovare nuovi stimoli, in attesa che cambino tempi e persone.

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