L’antitrust riesce ancora a banalizzare le regole sull’editoria dando un nuovo “consiglio” al Governo in tema di liberalizzazione della vendita della stampa. Con l' Indagine Conoscitiva 35, era riuscita ad identificare i vari aspetti che creano tensione nella rete di vendita e distributiva.
Hanno quindi sorpreso queste poche righe che stanno solo a significare che non si vuole cambiare nulla di sostanziale nel nostro settore ma si vogliono solo favorire i grandi gruppi editoriali, la lobby della distribuzione e i soliti presunti editori.
Come proposta di riforma l’ Autorità Garante consiglia quanto segue:
DISTRIBUZIONE EDITORIALE
Remunerazione differenziata dei rivenditori
L’Autorità intende, tenendo conto del mutato contesto di mercato, segnalare la necessità di eliminare le disposizioni che limitano o impediscono il libero esplicarsi di dinamiche concorrenziali, , attraverso la seguente misura:
- modifica dell’art. 5, comma 1, lett. b), del D.Lgs. 24 aprile 2001, n. 170, nel senso di consentire una remunerazione differenziata dei rivenditori in base a parametri oggettivi, che tengano conto della qualità delle prestazioni rese e dei risultati conseguiti dall’esercizio.
Per i non addetti ai lavori, il citato articolo,del D.Lgs. 170 prevede che:
b) le condizioni economiche e le modalità commerciali di cessione delle pubblicazioni,
comprensive di ogni forma di compenso riconosciuta ai rivenditori, devono essere identiche per le diverse tipologie di esercizi, esclusivi e non esclusivi, che effettuano la vendita;
Sono quindi tante le considerazioni da fare. Secondo la proposta fatta possono essere differenti i prezzi di cessione. Ci sarebbe quindi un' apertura tale da generare concorrenza in un settore dove però le rivendite esclusive hanno mille lacci e laccioli che non consentirebbero la concorrenza. La GDO potrebbe aver sconti maggiori o minori così come noi in base a….non si sa ancora cosa. Si parla di maggiori compensi per chi raggiunge soglie di fatturato di un certo livello oppure che si dedichino alla vendita di prodotto editoriale in forma esclusiva ma, come ben sappiamo, il mercato editoriale è talmente in contrazione da non essere più sufficiente per rendere redditizio il nostro lavoro . “qualità delle prestazioni rese e dei risultati conseguiti dall’esercizio”. Un espressione del genere da la libertà di fare e decidere quello che si vuole al comparto editoriale e distributivo senza lasciare all'edicolante/imprenditore alcuna via di scampo!
L’Antitrust con questa uscita ha solo dimostrato che non ha saputo cogliere la necessità e l'opportunità di consigliare delle linee guida di riforma del settore. Cambiare un solo articoletto serve solo a ridurre ulteriormente l'appetibilità di questo commercio ad altri player che vogliono affacciarsi al settore, tranne quelli che...non hanno necessità di guadagnare sull'editoriale...Sicuramente comunque qualcuno è più bravo di altri a soffiare all’orecchio del Governo su quello che deve fare.
Un simile approccio nel nostro settore comporterebbe non un affrancamento da logiche commerciali vecchie e non più funzionali, ma un ulteriore sistema di vessazione del sistema.
Richiamamo un ulteriore approfondimento a cura dello SNAG di Lucca
5 commenti:
FORSE NON HO BEN CAPITO! - Non si può scrivere "Giustissimo premiare la professionalità...." premiare la professionalità? Quindi secondo te è giusto premiare l'edicola solo perchè è in una OTTIMA posizione (che è già di per sè premiata dal fatturato)? ed è ovvio che in una ottima posizione si possano tenere anche più di 150 testate. E quelle in periferia e/o nei piccoli centri abitativi (con innumerevoli testate, informatizzate e con livelli di fatturato da terzo mondo? Che considerazione facciamo?
liberalsociale
Giustissimo, in astratto.
In pratica pura follia, se si considera la realtà del nostro comparto nel suo insieme ed, in particolare, la struttura della della filiera distributiva della quale le edicole rappresentano l'ultimo, e più debole, anello.
Più che un'analisi dell'Antitrust (che dovrebbe essere un organo indipendente e "super partes") sembra una proposta della FIEG, o dell'associazione dei distributori locali (ammesso che esista) o di qualche distributore particolarmente "intraprendente". Una cosa è certa: se è una barzelletta non fa ridere.
Occhi ed orecchie aperti cari colleghi perché la proposta è così assurda che potrebbe anche essere presa in considerazione con grossi rischi per la nostra sopravviovenza.
Il messaggio che ho inviato è una risposta ad un commento SNAG LUCCA qui linkato da SNAG Milano.
liberalsociale
Rispondo a liberalsociale.
Sono stato troppo sintetico e quindi cerco di spiegarmi meglio.
Intanto con “giustissimo premiare la professionalità” intendevo dire che in tutti i settori, dal commercio all’insegnamento, dalla medicina all’industria, dall’agricoltura all’artigianato, ecc., ritengo doveroso che professionalità e competenza siano adeguatamente riconosciute sia economicamente sia moralmente.
Poi non ho fatto alcun cenno né alla posizione né al fatturato e nemmeno l’Antitrust li tira in ballo.
Si può essere professionali anche in un’edicola di periferia, anzi lì è ancora più necessario se vuoi avere riscontri “nel cassetto”: i clienti sono stanziali e sanno distinguere tra chi è competente e chi non lo è.
Comunque la mia frase continuava con un “ma ho paura che sia l’ennesima fregatura ….” E ti spiego perché:
se veramente sarà applicata una scala delle percentuali di sconto basata sui parametri indicati dall’Antitrust TUTTI i giornalai saranno penalizzati e quelli che ne patiranno maggiormente (forse al punto di scomparire) saranno proprio quelli che già oggi hanno, come tu dici, fatturati da terzo mondo.
Quindi il “giustissimo” – come ben rilevato da Guido Martinelli – è tale solo in astratto: in pratica sento invece una gran puzza di bruciato.
Lucio Toffetti
"giustissimo premiare la professionalità" Mi capita spesso di avere rapporti con bravi edicolanti che meriterebbero molto di più, ma la zona non gli consente un aumento di fatturato e tantomeno lo permette il sistema distributivo. Perchè queste persone non potrebbero usufruire di ricette che gli consentono di liberare prorpia imprenditorialità? Oggi questo non è possibile e nemmeno lo stanno rendendo fattibile in futuro. Questo è il momento di cambiare il nostro lavoro e il nostro futuro. Ho paura però che, come dice il Sig. martinelli, qualcuno sta lavorando meglio di noi...
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