Nessuno è escluso dall’ attuale rivoluzione.
Non parliamo più di crisi del settore ma proprio di un periodo che sta portando
un vecchio modello per la vendita della stampa, composto da determinate logiche
legate a vendita, pubblicità, diffusione ecc… ad un nuovo modello che oggi
nessuno ha ancora in mano e che nessuno conosce, anche se in molti predicano
quello che, gli altri, dovrebbero fare.
Con il convegno di dicembre abbiamo voluto dare
inizio a questo processo di condivisione ed approfondimento di tutte le
tematiche inerenti la nostra attività perché tra pochi anni non saremo più
quello che siamo oggi.
Continuiamo a parlare e discutere del problema
quotidiano, dalla resa all’orario di consegna, ma non possiamo far finta di non
vedere quello che accade attorno a noi.
Qualche esempio? Il gruppo Mondadori ha chiuso il bilancio 2012 e registra
una perdita di 167 milioni. I ricavi sono scesi del 6% a 1,416 miliardi. Le entrate pubblicitarie
hanno subito un calo del 21,4% rispetto al
2011. L’anno in corso non promette meglio, se per il 2013 Segrate
prevede un margine operativo lordo inferiore rispetto al 2012.
La chiusura di cinque testate e della
riorganizzazione di molte delle residue redazioni della casa editrice che comprenderà l’esubero di più di 70 persone.
Stessa situazione per il GruppoPoligrafici, ovvero i quotidiani “Il Giorno, Resto del Carlino e la Nazione”.
L'andamento della pubblicità sui quotidiani a pagamento evidenzia un decremento
a valori globali del 16,2%. Per quanto riguarda la diffusione dei quotidiani si
accentua il calo con una flessione per il 2012 del 8,7%. La fonte e A.D.S.
pertanto già sappiamo che sono dati che tengono mo0lto poco presente il reale
assorbimento di un prodotto . La
raccolta pubblicitaria sui quotidiani cartacei registra una contrazione del
17,5%, mentre è stata molto positiva la
raccolta pubblicitaria su internet con un incremento del 30% rispetto al
precedente esercizio.
Corriere della sera? 800 esuberi di
cui 600 in
Italia. Come tutti sappiamo e abbiamo visto con i due giorni di sciopero.
Riduzione dell’organico di 110 giornalisti su un totale di 355, il taglio di
parti rilevanti delle retribuzioni effettive, la possibile vendita di sedi e
riduzioni di pagine.
Gruppo Espresso. L’utile netto del
gruppo si attesta a 21,8 milioni di euro,
in calo del 64% rispetto ai 60,4 milioni conseguiti nel 2011. E il futuro
sembra tutt’ altro che roseo.
I distributori
nazionali oramai sono 3. M-DIS, PressDi e SODIP. I primi due di diretta emanazione editoriale ovvero Rizzoli e Mondadori. Negli ultimi 5 anni hanno chiuso o sono in profonda
crisi altri tre distributori nazionali. I distributori locali rivedono i costi
e si restringono o si accorpano per non morire e noi?
Noi non possiamo fare
tagli sul personale o ridurre gli investimenti, possiamo riscoprirci
commercianti e… piccoli imprenditori usano/sfruttando quell’ossigeno che, per ancora qualche anno,
l’editoria ci darà.
Molto si
sta facendo per vedere l’”edicola del futuro”. Ci si sta muovendo con il
Governo, in Regione Lombardia e con l’Amministrazione Comunale di Milano come
con le agenzie, ma una "rivoluzione" non si affronta con la logica di cambiare qualche regoletta all'accordo nazionale ma con il coraggio di chi sta facendo migrare un settore commerciale ad un altro.
L’edicolante invece oggi deve fare la sua parte partecipando alla
discussione e aprendosi alle nuove opportunità che si stanno creando.
photo credit: changsterdam via photopin cc
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