I dati sulla salute delle
nostre edicole sul territorio milanese è tutt’altro che confortante.
Lo
sappiamo e lo sapete da anni. Si può sognare finché si vuole sul profumo della
carta e su quanto sia piacevole sfogliare il proprio quotidiano preferito davanti ad un
cappuccino, ma nella realtà dei fatti 30/40 edicole all’anno chiudono a Milano.
Nel 2015, così come negli anni precedenti, questa attività, se basata sull'editoriale, continua ad affermarsi
come in profondo calo.
Lo sappiamo e lo sapete. Quando chiude un' edicola le
altre guadagnano di più? Non sembra affatto.
Come in altre occasioni
ribadiamo che se “l’edicola di una volta” è in pericolo, lo sono anche i distributori
ed editori. La crisi non è delle nostre attività ma del settore editoriale. Se
l’entrata economica di un’edicola è incentrata sull’ editoria continuerà a
perdere…fino a che…
Farmacie che vendono gelato,
uffici postali libri, benzinai con dieci addetti al lavaggio auto e zero alle
pompe, GDO aperta 24 ore su 24 e
spuntini notturni recapitati a casa attraverso applicazioni dedicate. Pochi anni
fa questo scenario non era la nostra la quotidianità.
Ora lo è, perché anche altre attività commerciali se non avessero innovato…sarebbero perdute. Hanno perso di identità? Non mi sembra. Hanno invece attirato nuovi clienti e si sono posti con un approccio più moderno e meno conservatore.
Ora lo è, perché anche altre attività commerciali se non avessero innovato…sarebbero perdute. Hanno perso di identità? Non mi sembra. Hanno invece attirato nuovi clienti e si sono posti con un approccio più moderno e meno conservatore.
L’edicolante ha una
peculiarità. Sa tutto. E’ straordinario. Sa cosa va e cosa non va e cosa
potrebbe andare ma a cui nessuno ci pensa. La partita IVA non la apre, perché è un
costo, Il computer non serve, ha tutto in testa, coi colleghi non parla perché non
sanno lavorare, l’insegna ( cappello) non lo cambia perché attende da 10 anni
lo sponsor. A qualsiasi domanda ha una risposta e poche soluzioni che
riguardano ciò che devono fare gli altri…non lui.
Chiuderà nel 2016, e darà la
colpa ad altri, solo perché in questi anni era troppo impegnato a giustificare
il proprio lavoro incolpando il cliente, l’agenzia, gli editori, internet, abbonamenti, “i sindacatI”,
invece di seguire i consigli, leggere, studiare o anche solo a guardarsi
attorno per innovare e diventare più imprenditore e meno giornalaio.
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