Il cliente non lo sa. L’edicola per lui è un misterioso manufatto che sorge nel tessuto cittadino dato per scontato. Il cliente sa che c’è, che ci deve essere e che deve soddisfarlo, in qualsiasi cosa.
Il cliente si sorprenderà se il primo maggio o a ferragosto (al pomeriggio ) la rivendita sarà chiusa.. L’edicolante deve esistere e non è necessario chiedersi cosa c’è dietro il suo quotidiano.
Circolare inviata a Press.Di. e al D.L. M.D.M. |
Come si fa a spiegare al cliente che le tirature sono basse perché la Mondadori preferisce gestire il rischio dell’invenduto piuttosto che assumersi il rischio del reso? Troppo lungo e difficile anche se dovrebbero conoscere certi meccanismi. La resa è il costo più alto e da circa due anni dopo aver fatto un test sul alcune piazze quello che è definito “Progetto Ulisse”, è realtà in ogni piazza d’Italia. Per fortuna riguarda un panel limitato di pubblicazioni ma quella è la tendenza. Stampare poco, andare sul venduto, meno resa. Risultato il cliente va in giro a cercare per edicole le copie, se le trova; fenomeno definito in passato come “effetto alone”. L’edicolante non vende e diventa più povero, come le agenzie, perché non ha merce da vendere.
La tendenza è oramai comune su moltissimi prodotti, il problema maggiore è che la richiesta di prodotto c’è ma….Ulisse ha ancora un lungo viaggio da fare prima di capire quello che sta accadendo.
“ Buongiorno mi da Vanity Fair?Mi spiace finito ne ho ricevute poche copie….! e il cliente:” Ma perché non ne ordina di più?. Breve scenetta che può essere clonata in qualsiasi parte d’Italia, che calza a pennello con il prodotto editoriale Mondadori.
3 commenti:
Con Inforiv tutto questo dovrebbe sparire, ma sottolineo dovrebbe
Perchè, Vanity Fair è Mondadori????
Sorry! Condè Nast!Altri appunti sul testo e sul "Progetto Ulisse"? Saluti
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