18 aprile 2011

De Benedetti ha le idee chiare sul futuro dell'Editoria....

Cari colleghi
Lungi da me dal competere con L'ingegnere. Ma se uno scrive, l'altro che legge, volere o volare, un'idea del discorso se la fa. Più ne leggo di questi discorsi e più comprendo l'origine del disastro. E voi vi chiederete ancora se non stia peccando di presunzione. Sosterrei che un pò sì, ma alla fin di fine, non sono un "esperto" come voi del mondo dell'editoria e come voi non opero nel settore cercando di districarmi fra mille buchi, fossi e crepacci?
 

L'Ingegnere mi sembra faccia altro. Non so cosa, ma l'edicola per lui è il chiosco all'angolo della strada. Per noi no. E' qualcosa di più. E' il luogo dove noi ci rompiamo le ossa tutti i giorni per far quadrare il bilancio di casa nostra, attraverso le idee e i teoremi di De Benedetti.
E lui parla filosofeggiando, di mondo che si riprenderà, di giornalismo, di web e di tutto quanto farebbe editoria. Ma e delle vendite? Oggi sono tutti guru dell'informazione. Sanno come si fa, chi la dovrebbe fare, come sostenerla, come acclamarla. Ma non sanno come, e a chi venderla questa benedetta stampa.
I contenuti di qualunque quotidiano si prende fra le mani, assomigliano sempre più a semplici affermazioni di concetto e sempre meno a reali notizie quotidiane di cui la gente avrebbe interesse. E lasciamo perdere i battibecchi, le liti, gli sputtanamenti dell'uno o dell'altro che dura intere settimane se non mesi. Giornalismo? Questo è il giornalismo che dovrebbero fare i giovani? L'esempio dei Montanelli, dei Biagi...Sono ancora dei maestri? A conti fatti nessuno sa più dove trovare soluzioni. Ma quando nello scrivere De Benedetti dimentica che avere settant'anni non è solo questione anagrafica, perciò noi non possiamo fare a meno di chiederci dove fosse quest'uomo nell'ultimo ventennio.
Cordialmente
Comp.Giunta Nazionale S.N.A.G. Confcommercio
Carlo Monguzzi

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