21 gennaio 2015

Parità di trattamento...che ci pensino gli editori

Che senso può avere oggi parlare di parità di trattamento tra tutte le testate quando l’informazione è fruibile da tutti in qualsiasi momento in maniera semplice e immediata?

Le nostre leggi nascono dal clima politico dell' immediato  dopo guerra
Un momento in cui la libertà di pensiero poteva esprimersi solo attraverso la stampa e solo in edicola e rappresentava un vero valore costituzionale, pertanto da proteggere.

 Leggi oggi inadeguate, anche se non sorpassate nello spirito e negli obbiettivi, ma  insostenibili commercialmente.

Dicono che noi abbiamo una licenza/autorizzazione in quanto garantiamo tale principio, ma nei fatti la GDO vende quello che vuole come i non esclusivi, i Comuni attivano licenze non capendo nemmeno quello che stanno facendo, i distributori locali pur di raccogliere clienti applicando le spese di trasporto e magari anche con l'obbiettivo di "turbare" aree già coperte, attivano senza alcuna remora, gli Editori sono anni che non si fanno sentire e puntano tutto ciò che hanno sul web...quindi? 

Se la nostra attività quotidiana avesse una reale validità sociale ci sarebbe già stata  ufficialmente e normativamente riconosciuta. Così non è non è mai stato. Anzi in maniera subdola, è sempre stata sostenuta verbalmente da tutti in ogni luogo, ma nessuno l’ha mai voluta diciamo” formalizzare”. Oggi siamo semplicemente sfruttati dagli editori, vessati dai distributori locali e derisi dal Governo

Perché noi sosteniamo che sia fondamentale se al cittadino non interessa? Il politico la pensa come noi? Un Governo che vuole abolire la 170 la pensa come noi? il Decreto Legislativo 24 aprile 2001, n. 170 e, all’art. 4, dedica poche righe:" Nella vendita di quotidiani e periodici i punti di vendita esclusivi assicurano parità di trattamento alle diverse testate". 

Oggi molti Comuni hanno liberalizzato. Le Regioni non sanno come comportarsi, visto che le norme confliggono tra loro nel riuscire a definire correttamente la professione dedicata alla vendita di stampa quotidiana e periodica e lo spessore della nostra autorizzazione Amministrativa.

Se siamo solo noi a pensarlo siamo sicuri di fare, ancora oggi, il bene di chi è costretto a pagare per poter vendere giornali? Si, oggi molte edicole pagano per poter vendere giornali che mai venderanno e che mai hanno venduto. Che senso può avere? Molti di questi sul territorio nazionale, secondo alcuni, sono semplicemente sotto una sorta di estorsione…legalizzata.

Oggi più che mai dobbiamo essere arditi nello scegliere le giuste linee, ma almeno dobbiamo sollevare  il problema pubblicamente e concretamente. Non con proclami, ma con un'azione

La parità di trattamento con i costi e le norme attuali semplicemente non è più economicamente sostenibile  perché il panorama editoriale è mutato. Chi potrebbe negarlo?

Se la vendita della stampa periodica deve essere un settore “protetto” perché costituzionalmente ha una valenza sociale e perché normativamente è previsto dal D.Lgs. 170, che lo si dimostri concretamente con norme ed euro, non buttando centinaia di imprenditori sul lastrico perchè, LORO, stanno difendendo la libertà di stampa! 

 Non spetta agli edicolanti difendere la libertà di parola ma è un dovere di Istituzioni ed Editori!

La parità di trattamento tra tutte le testate giornalistiche può essere sostenuta dalla rete di vendita  solo con nuove norme e costi adeguati.

Nel frattempo ci saranno edicole che venderanno solo stampa di destra e chi solo di sinistra tanto oramai sull’edicola italiana c’è tutto….



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