“ Collo di bottiglia”. Fin da quando ero ragazzo il mondo editoriale e la Politica , quando si interessava a noi, ha sempre definito la rete di vendita con questo termine. Pur avendo rappresentato la fortuna degli editori e dei distributori locali e nazionali e pur mantenendo ottime performance nonostante la crisi dell’editoria, nell’ultimo decennio gli attacchi al nostro settore sono stati innumerevoli e sempre volti in un'unica direzione:”sgretolare la rete di vendita”. L’importante, per l’Editore, è eliminare le licenze poi il resto verrà da solo.
Chi è il collo di bottiglia per l'editoria? |
Paradossale quanto gli Editori con una mano riescano a blandire il rivenditore facendogli intendere l’importanza che riveste il suo lavoro quotidiano, e con l’altra tentino in ogni modo, e da sempre, di soppiantarlo e di eliminare questa sorta di impegnativa “autorizzazione alla vendita” .
Questa definizione critica e offensiva di ”collo di bottiglia” però non mi è mai andata giù; come se i rivenditori d’Italia fossero una sorta di filtro ad ogni ipotesi commerciale che possa venire dall’alto...perchè mai? Da dove nasce questo giudizio? Abbiamo l’orario più ampio di ogni altre categoria commerciale d’Italia ( 12-14 ore), garantiamo l’apertura anche nelle feste più classiche di minimo 8 ore come da Accordo Nazionale ( 25 aprile, 1° maggio 2 giugno, ferragosto…), chiudiamo solo due domeniche al mese, abbiamo un aggio fermo al 1994 e non possiamo scegliere e decidere i quantitativi della merce. Nonostante questa apertura totale al mercato…siamo definiti il collo di bottiglia. I ridicoli risultati della sperimentazione accompagnato dal flop dei non esclusivi, ha solo ottenuto il risultato di polverizzare ulteriormente la domanda, oltre a far scappare ipotetici player quali benzinai, Tabacchi ecc… appena hanno avuto coscienza degli aggi e del sistema di lavoro.
La strozzatura c’è, eccome, ma non deve essere ricercata nella rete commerciale, ma in chi ha sempre voluto mascherare i propri limiti, a danno della filiera editoriale, al fine di utilizzare processi di lavorazione della merce in distribuzione nella maniera più fluida ed economica possibile. Minimo sforzo massimo guadagno. Per fare questo però si doveva rendere cieco l’editore ed impacciata la rete commerciale, con il risultati di tagliare la comunicazione tra chi produce il bene e chi lo vende.
Un sistema incontrollabile ma gestibile da chi teneva i fili tra le mani. Esempio lampante è stata l’impossibilità di informatizzare la rete di vendita. Dieci anni non sono bastati per costruire un flusso informatico che omogeneizzasse i dati di vendita e che potesse mettere in comunicazione Edicole ed Editore. Troppo potere è stato dato ai Distributori Locali che ora hanno in mano la rete commerciale e…riescono ancora a prendere in giro l’editore. Anche in questo caso il nodo da sciogliere è tutt’ora il collo di bottiglia dei Distributori Locali che, tranne pochissimi illuminati, preferiscono non consentire accessi diretti al dato, in modo che l’Editore possa verificare il reale assorbimento dei prodotti, e che relegano il rivenditore ad una sorta di limbo dove non ha la possibilità di controllare la propria attività.
Esempio lampante è la comunicazione recente di un Distributore locale della Provincia di Milano che sebbene utilizzi parzialmente Inforiv ( sistema informatico per edicole che consente attraverso la cosiddetta INTERFACCIA DUE una connessione diretta con l’editore), tuttora promuova in maniera palese e sfacciata programmi informatici fatti in casa, boicottando le funzioni previste dal programma Inforiv, rendendole inefficaci, ma esaltando le qualità della segreteria telefonica e del proprio software. Riportiamo comunicato in bolla del Distributore locale:” ATTENZIONE! VI INFORMIAMO CHE DAL 1' AL 26 AGOSTO IL CENTRALINO SARA' ATTIVO DALLE 9.00 ALLE 12.00. LE COMUNICAZIONI POTRANNO ESSERE INOLTRATE TRAMITE IL SITO O LE SEGRETERIE. GRAZIE “
La strozzatura c’è ma è da ricercare negli ambiti distributivi dove la logica è “diffondere” non “ vendere”, dove si preferisce rassicurare il proprio Editore dicendogli che il prodotto è stato distribuito ma senza informarlo se le logiche utilizzate sono finalizzate alla vendita o al semplice”buttar furori”.
1 commento:
Lisander "te ghe rasun"
un amico lecchese
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