05 marzo 2013

Milano, 10% di edicole in meno nel 2012


Nessuno di noi può realisticamente pensare che il mercato editoriale potrà mai ritornare al livello degli anni passati. Internet è una realtà alla portata di tutti. Nel palmo della sua mano il cittadino può avere l’informazione che cerca.

Possiamo anche raccontacela all’ infinito di quanto sia bello sfogliare il quotidiano, cartaceo, su un comodo tavolo o sulla panchina, oppure comodamente sulla sdraio in spiaggia ma la realtà è ben diversa. 

Ami il fruscio della carta? Ami lasciarti sedurre da quello strano profumo emanato dalle figurine appena le apri? Bene, ti capisco tutti noi abbiamo i nostri amori e le nostre passioni ma “il mercato” dell’informazione è diventato ben altro e sentimenti e sensazioni sono una cosa, il conto in banca un altro.

Milano, ma penso anche tutte le grandi città in genere, ha avuto un pesantissimo calo proprio nel 2012 . E’ vero. Le edicole chiudevano anche prima, così come anche altri esercizi commerciali. La media era di circa cinque edicole all’anno. Solo il 2007 ha visto un’impennata che si è distinta rispetto al passato.

 Nel 2012 invece le edicole di Milano hanno vissuto un tracollo numerico storico, anche nei fatturati. 32 edicole cessate definitivamente e circa 30 sospese. Il dato è pesante come un macigno. E’ vero che bisogna leggere certi numeri con cautela, perché il nostro è un settore dove molti si avvicinano ritenendo che sia un attività semplice ed esenti da rischi, quando in realtà è esattamente il contrario. Molte edicole sono anche quindi chiuse per eccessiva svogliatezza da parte dell’imprenditore. Alcune di quelle sospese riapriranno, anche gli edicolanti si ammalano o devono chiudere per vari motivi per poi riprendere ma…ciò non toglie che il 2013 la città di Milano ha una riduzione dei punti vendita inferiore del 10% rispetto al 2011.

Colpa degli abbonamenti?NO. Gli editori hanno dati nazionali sugli abbonamenti ridicoli. Colpa dei non esclusivi?NO, a Milano, esclusa la GDO che non genera fatturati così importanti rispetto alla rete di vendita, sono un numero bassissimo e hanno “vita” estremamente breve. Allora cosa sta succedendo? Tutti gli editori del MONDO stanno tentando di capire la formula per risollevare una situazione editoriale STORICA e ognuno si inventa la sua soluzione e dice cosa devono fare…gli altri! Noi, edicolanti, non abbiamo questo tempo. Tutti gli editori stanno spostando risorse sull’ informazione on-line…noi edicolanti non guadagniamo sulle versione per i-pad del Corriere della Sera o di tutti gli altri editori.

La legge ci potrà aiutare, ci auguriamo in tempi brevi, quando ci libererà dai lacci e lacciuoli che ci legano, ma oggi il nostro “tesoro” sono i punti contatto quotidiani, la nostra capillarità sul territorio, gli orari di apertura e il nostro posizionamento.
Realizzare e capire l’attuale situazione è il primo passo per riscoprire l’imprenditorialità che un settore chiuso e contorto come quello editoriale ha voluto seppellire. Il primo punto è riscoprirci commercianti, non edicolanti.

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