15 dicembre 2011

Edicole in sciopero 27-28-29 dicembre chiusi!



Sciopero delle Edicole! E' il momento di farci conoscere e di far sapere al cittadino quanto sia importante il nostro quotidiano lavoro per la libertà d'informazione e la libertà di stampa.
Contro la liberalizzazione di un settore che libero non è mai stato ma che ancora, con queste "non regole", sarà soggetto allo strapotere di presunti  editori ed improvvisati distributori

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Liberalizzazione della rete di vendita dei giornali:
una minaccia all’accesso all’informazione


Roma, 15 dicembre 2011 - Il provvedimento legislativo in via di approvazione liberalizzerà la
rete di vendita dei giornali, nonostante le motivate e reiterate richieste di esclusione portate all’attenzione del Governo e di tutti i Gruppi parlamentari.
Portiamo a questo punto all’attenzione diretta dell’opinione pubblica le nostre  preoccupazioni, rimaste inascoltate, che riguardano il diritto di tutti i cittadini ad una informazione libera e pluralista, sancito direttamente dall’articolo 21 della Costituzione.
La liberalizzazione del nostro settore, evidenzia infatti, di base, una limitata conoscenza delle
dinamiche e dei problemi reali del comparto editoriale, e mette in risalto la scarsa  considerazione che è stata data all’informazione a mezzo stampa, trattata come un comune prodotto commerciale.
Ma l’informazione a mezzo stampa non è un comune prodotto commerciale, né è distribuito
attualmente da una filiera libera da vincoli e regolamenti, per i seguenti motivi:

1. La vendita di quotidiani e periodici non è un’attività commerciale concorrenziale, in quanto
le edicole non commercializzano un prodotto in un’ottica concorrenziale (come per esempio i supermercati), ma assicurano in condizioni di parità assoluta la diffusione di tutte le testate
editoriali con parità di prezzi e di condizioni commerciali a tutti i consumatori, anche nelle
zone economicamente non appetibili.

2. L’attività di vendita di quotidiani e periodici non è un’attività libera, ma è una attività
fortemente vincolata. Le edicole infatti non possono decidere quale prodotto porre in vendita o il prezzo dello stesso o le condizioni di commercializzazione, in quanto deve essere assicurata la parità di parità di trattamento di tutte le testate e il diritto di tutti di accedere all’intera offerta editoriale in condizione di parità.

3. Sino ad oggi sono state le edicole sulla base del sistema autorizzativo e di pianificazione vigente ad assicurare la paritaria diffusione su tutto il territorio nazionale di tutti i quotidiani e di tutti i periodici senza distinzione di sorta, con prezzi e condizioni commerciali identiche in tutto il Paese. Sono state così le rivendite esclusive a garantire il diritto di tutti gli editori di informare e quello di tutti i cittadini di essere informati.

4. Con la liberalizzazione di questo settore, che è già in una gravissima crisi strutturale e congiunturale che impatta su oltre 50.000 famiglie, il Parlamento ha avviato un iter che porterà inevitabilmente alla chiusura di migliaia di edicole, lasciando la sopravvivenza delle altre nelle mani, non del mercato o del libero incontro di domanda e offerta, ma dei distributori locali di quotidiani e periodici.

Saranno quindi circa 100 soggetti privati - che operano in un regime di monopolio di fatto nell’ambito territoriale di loro competenza - che decideranno se la redditività prodotta dalle edicole esistenti è funzionale ai loro interessi aziendali, così come l’apertura di nuove rivendite; e ai quali sarà anche affidata la delicata funzione di valutare l’eventuale accesso delle testate editoriali alla rete di quotidiani e periodici.
Con queste premesse si rischia di concentrare la diffusione dell’informazione e dello sviluppo
della rete in capo a soggetti privati con le conseguenze di dare un colpo mortale alla democrazia nel nostro Paese.
La liberalizzazione del nostro settore mette così in crisi il principio di parità di trattamento, non garantisce alcun vantaggio ai consumatori (in quanto il prezzo delle pubblicazioni è comunque fissato dagli editori) e colpisce quella rete di punti vendita esclusivi che con il loro lavoro ed il loro impegno assicurano la diffusione della stampa, senza portare alcuna sostanziale apertura di mercato e alcuna possibilità di sviluppare una reale concorrenza.
Per queste ragioni le organizzazioni di categoria che sottoscrivono questo comunicato, preannunciano una serie di iniziative di protesta a sostegno di tali ragioni, anche con la chiusura delle rivendite, che saranno rappresentate nella conferenza stampa che è stata indetta in Roma per lunedì 19 dicembre alle ore 11 presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio, 131 a Roma.
Una prima forma di protesta sarà messa in atto il 27, il 28 e il 29 dicembre con la chiusura totale delle edicole.

SINAGI affiliato SLC-CGIL - Il Segretario Generale Vito Michea
UILTuCS GIORNALAI – Il Presidente Nazionale Enzo Bardi
SNAG CONFCOMMERCIO - Il Presidente Armando Abbiati
FENAGI CONFESERCENTI - Il Presidente Nazionale Giovanni Lorenzetti

11 commenti:

Anonimo ha detto...

E' una vergogna! Libero mercato vuol dire avere la possibilità di scegliere cosa, quanto e a che prezzo vendere. Noi non possiamo fare nulla di questo. Quantità e prezzi imposti ed obbligo di vendita di tutto quello che ci viene fornito, anche prodotti invendibili e ridistribuiti all'infinito. Non si rendono conto che far perdere anche solo il 5% delle vendite può essere letale per molte edicole? Si riempono la bocca di belle parole senza nemmeno conoscere le vere problematiche del settore! Mauro

snagservizi@gmail.com ha detto...

Le rivendite A.T.M.di METROPOLITANA ( non superficie) avendo precisi vincoli contrattuali per la vendita di documenti da viaggio , dovranno rimanere aperte astenendosi dalla sola vendita di prodotto quotidiano e periodico.

Anonimo ha detto...

In questo paese pagano solo gli onesti!

Anonimo ha detto...

Anche con questo si cerca di far ingrandire chi è gia grande e si perderanno circa 35.000 posti di lavoro TUTTO A VANTAGGIO DELL' ECONOMIA. Spiegateci dov'è il vantaggio oltre al collocamento più affollato. GRAZIE GOVERNO che invece di creare e incentivare distruggi. Però una cosa possiamo dirla "IL SACRIFICIO DI 35.000 FAMIGLIE DI GIORNALAI SALVERANNO L'ITALIA"

Anonimo ha detto...

io l'avevo detto 2 anni orsono al presidente dello snag nazionale......una bella serrata di 1/2 settimane.
20% di margine una vera miseria
360 giorni l'anno aperti con neve acqua ghiaccio sole a 40 gradi
gia e' un lavoro duro,poi se liberalizzano...noi staremo tutti a casa,almeno risparmiamo in salute
grazie monti e non dimentichiamoci di ringraziare l'illustre bersani
perche non liberalizzate tabacchi e taxi?non hanno le palle
saluti

snagservizi@gmail.com ha detto...

Il boicottaggio da parte dei distributori locali a Milano e Provincia è già incominciato. Solo un distributore ci ha confermato la disponibilità a distribuire sui punti vendita la circolare. I distributori locali (unici beneficiari di questo aborto legislativo), non stanno collaborando nemmeno in questo frangente. I rivenditori, con più fatica, riceveranno ugualmente le comunicazioni.

Anonimo ha detto...

Io ho la licenza per un'edicola esclusiva ma il distributtore mi ha sempre negato la fornitura , quindi la possibilita' di lavorare........
questo solo per "coprire" altri, ma questa non e' democrazia......

Anonimo ha detto...

Cari colleghi, vi scrivo dal sud, ed anche qui la situazione non è delle migliori.
I distributori fanno i loro porci comodi.
Per quello che mi riguarda aderirò allo sciopero nazionale del 27/28/29 dicembre per dire NO a questa liberalizzazione.
Liberalizzare chi libero non è ..... liberalizzano i centesimi che guadagnamo duramente anziche liberalizzare i miliardi di altri settori.

Anonimo ha detto...

Ma del deprezzamento del valore commerciale che ognuno di noi si e' costruito con tanti sacrifici nessuno ne parla? E chi l'ha acquistata? Io proporrei 10 giorni filati di sciopero eil pagamento degli estratti conto ai distributori "LIBERALIZZATI" !!

Anonimo ha detto...

...e comunque dal nostro sciopero si avvantaggeranno ancora le grandi distribuzioni, ma perche'nessuno ci considera mai!!!! Dovevano liberalizzare le professioni la distribuzione dell'energia, le reti autostradali, l'unica liberalizzazione possibile e' stata la nostra, e' gia', abbiamo tutti il panfilo pronto in qualche porto, che ci aspetta per tutti i nostri fine settimana, se vogliamo sopravvivere dobbiamo restare aperti 7 giorni su 7
Daniela

Anonimo ha detto...

Liberalizziamo la vendita ma anche la distribuzione. Un anno con l'altro si fanno accordi con il distributore che offre uno sconto migliore, visto che sono loro a prendere la fetta più grossa. Io comunque non comunico nulla ai distributori, ma ritiro e rendo pari, così lavorano anche loro....
Andrea da Milano