27-28-29 Edicole in sciopero! |
Riportiamo il tseto ricevuto dallo S.N.A.G. Nazionale in merito alla protesta:
"Il testo predisposto dal Governo e in sede di approvazione in questi giorni, relativo alla Manovra "Salva Italia", prevede la liberalizzazione generalizzata di tutte le attività commerciali e l'eliminazione di una serie di restrizioni all'accesso per l'esercizio delle attività economiche,
il settore della vendita di quotidiani e periodici - nonostante le motivate e reiterate richieste di esclusione portate, dalle Organizzazioni Sindacali Nazionali, all'attenzione del Governo e di tutti i Gruppi parlamentari - non risulta escluso dalle liberalizzazioni.
Riteniamo che questa liberalizzazione sia un provvedimento miope che non tiene conto delle particolarità del nostro settore e che disconosce la funzione dei rivenditori di giornali i quali, con il loro impegno quotidiano, assicurano di fatto il diritto di tutti gli editori di informare e il diritto di tutti i cittadini di essere informati, e ciò con orari, turni di apertura e margini di guadagno che non trovano riscontro in nessun settore propriamente commerciale.
Inoltre questa liberalizzazione risulta essere un "provvedimento a metà" che liberalizza solo l'accesso all'esercizio dell'attività di vendita di quotidiani e periodici (possibilità di nuove aperture di punti vendita senza alcuna programmazione a livello comunale, e quindi senza verificare che vi sia l'effettiva necessità di nuove rivendite), senza liberalizzare i rivenditori; gli stessi rimarranno quindi soggetti agli obblighi attuali in tema di condizioni di fornitura (prezzo di cessione e di vendita imposti, impossibilità di scelta del prodotto in termini di testate e numero di copie e impossibilità di approvvigionamenti da un diverso Distributore Locale).
Ne consegue che questa liberalizzazione non affida la rete di vendita al mercato, già fortemente compromesso dal calo delle vendite, ma ai Distributori Locali con il rischio di abusi da parte di questi ultimi.
Questa liberalizzazione non porterà un euro nelle tasche dei consumatori ma anzi determinerà un peggioramento del servizio reso all'utenza, un danno generale all'informazione e alle nostre attività con un concreto rischio di chiusura.
Per questi motivi, per rivendicare il nostro ruolo nella diffusione della carta stampata e in difesa di una rete di vendita dedicata in via esclusiva all'informazione al servizio dei cittadini, chiediamo alle rivendite di aderire ad una prima forma di protesta che deve essere messa in atto il 27, 28 e 29 dicembre con la chiusura totale delle edicole.
La vostra adesione è essenziale per dar voce alla categoria affinché le nostre ragioni possano essere ascoltate."
Documento
Nessun commento:
Posta un commento